Monumenti Aperti, Assemini
Il 4-5 Giugno 2022 si è svolta ad Assemini la manifestazione “Monumenti Aperti”. Per l’occasione sono stati aperti al pubblico i seguinti siti:
- la chiesa di San Pietro;
- la chiesa di San Giovanni Battista;
- la chiesa di San Cristoforo;
- la chiesa del Carmine;
- le stalle del Conte Angelo Ceconi;
- il Vecchio Municipio;
- il parco di Villa Asquer;
Delle guide d’eccezione hanno accompagnato i visitatori a conoscere i siti culturali più importanti di Assemini in occasione di “Monumenti Aperti”: i bambini e i ragazzi delle scuole asseminesi. Per la chiesa di San Giovanni invece si sono resi disponibili Basilio Medda ed Elvio Usala. Hanno reso la visita ancora più interessante e speciale con le loro conoscenze e con il meraviglioso suono delle campane in terracotta del signor Usala.
Monumenti Aperti
La manifestazione “Monumenti Aperti” nasce nel 1997 dalla passione di un gruppo di studenti universitari che hanno deciso di fare qualcosa per valorizzare il patrimonio culturale cagliaritano. Attraverso l’associazione di volontariato Imago Mundi la manifestazione è cresciuta nel tempo e, ad oggi, vanta più di 20 anni di attività, diffondendosi non solo nel resto della Sardegna ma anche in altre regioni d’Italia. Monumenti Aperti coinvolge ogni anno tantissimi volontari, associazioni, più di settanta amministrazioni comunali e oltre ventimila studenti che riscoprono il proprio territorio e contribuiscono a farlo conoscere ai visitatori.
Assemini
Il comune di Assemini si trova nella Sardegna meridionale, fa parte della città metropolitana di Cagliari, da cui dista solo 14 km. Assemini ha un territorio molto vasto, spazia dalla laguna di Santa Gilla, in cui sfociano i due fiumi Cixerri e Mannu, al Parco Naturale Regionale di Gutturu Mannu, che si trova all’interno dell’Oasi Naturale di Monte Arcosu. Per la ricchezza del suo territorio è stata abitata sin da tempi antichi e ancora oggi conserva tracce del suo passato. Vediamo ora nel dettaglio i siti aperti per “Monumenti Aperti”.
Chiesa di San Pietro
Attorno a questa chiesa, situata nel centro storico, si è sviluppato il paese, fino a diventare una città di quasi 26.000 abitanti. L’impianto originale è stato costruito in epoca bizantina ma, in seguito a numerosi rifacimenti, è diventata un bellissimo esempio di architettura gotico-catalana. È stata costruita tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo, con le caratteristiche tipiche della variante della Sardegna meridionale.
Lo schema della Chiesa di San Pietro deriva da quello della chiesa di San Giacomo a Cagliari. Entrambe sono caratterizzate da un campanile a canna quadrata su un lato della facciata, la quale è costituita da un terminale piatto merlato, speroni obliqui e un presbiterio quadrangolare più stretto e basso dell’aula mononavata, dove si innestano le cappelle laterali. I primi due ordini del campanile sono dell’impianto originario mentre quelli superiori sono ottocenteschi. È uno dei campanili più alti della Sardegna con i suoi 28,50 metri. La pianta a navata unica è divisa da quattro archi a sesto acuto in cui nel XVI secolo sono state costruite sette cappelle laterali: tre sulla sinistra e quattro sulla destra, caratterizzate da diversi sistemi di coperture.
L’attuale altare di marmo intarsiato fu costruito nel 1740 e tre anni dopo, nel 1743, fu costruito il fonte battesimale. In origine all’interno della Chiesa erano presenti degli spazi per le sepolture, di diverse classi sociali. Ne sono state trovate 28, ai lati della chiesa, nelle cappelle e due nel presbiterio, riservate ai sacerdoti.
In seguito ai lavori di ripavimentazione ne è stata lasciata solo una come testimonianza. All’interno della vecchia cassa di legno sono presenti tre scheletri, il tutto coperto da una lastra di vetro. In occasione di “Monumenti Aperti” all’interno della chiesa sono stati posizionati dei pannelli con le vecchie foto per far vedere come era la chiesa prima degli ultimi lavori di ristrutturazione.
Chiesa di San Giovanni Battista
Questa chiesa, situata nel centro storico, si trova a 100 m di distanza da quella di San Pietro. Costruita nel X secolo d.C., poco prima di San Pietro, rappresenta un importantissima e suggestiva testimonianza dell’architettura bizantina non solo in Sardegna ma in tutto il bacino Mediterraneo. Ciò che la differenzia dalle altre chiese dello stesso periodo è la planimetria, unica nel suo genere: una pianta a croce greca inscritta in un quadrato con una cupola che si erge al centro, all’incrocio dei bracci, quattro camere angolari e un’abside rivolta ad est. Le altre chiese bizantine sono invece caratterizzate da uno sviluppo planimetrico cruciforme con una pianta a croce libera.
Secondo alcuni studiosi fu costruita tenendo presente la Basilica di San Saturnino a Cagliari, in stile bizantino-protoromanico del V-IV secolo. Nel 1919 l’architetto Giarrizzo ipotizzò invece un collegamento ai moduli costruttivi tipici della Basilica di Santa Sofia di Instambul, antica capitale dell’impero Bizantino. È costruita in arenaria e nella facciata è presente un grazioso campanile a vela e una porta lignea.
Preziose testimonianze
All’interno della chiesa di San Giovanni Battista sono state trovate preziosissime testimonianze epigrafiche in lingua greca, in cui vengono nominati Torcotorio arconte, sua moglie Getite e Nispella, moglie di un altro Torcotorio. Questi personaggi sono stati molto importanti tra X e XI secolo, nel momento di passaggio tra età bizantina e giudicale. Le epigrafi denotano l’importanza che questa chiesa ebbe in quel periodo. Una di queste epigrafi era incisa su un architrave marmoreo posto nel IX secolo come gradino d’ingresso dalla Chiesa di San Pietro.
All’interno della chiesa si può ammirare anche un bellissimo capitello di tipo composito a foglia d’acqua con sei foglie lisce ricurve verso l’esterno datato al V secolo d.C., murato vicino all’ingresso e usato come acquasantiera. In passato l’altare era collocato sotto la cupola ma, in seguito ai lavori di ristrutturazione del 1919 fu spostato indietro. Osservando bene si possono notare ancora i segni nelle pietre che denotano l’antica posizione dell’altare.
Campane di terracotta, Elvio Usala
Quest’anno oltre la visita guidata alla chiesa abbiamo potuto assistere all’esibizione del musicista Elvio Usala che ha suonato per i visitatori le sue campane in terracotta. Questo particolare strumento è ideato da lui stesso, ha cercato la dimensione giusta delle campane in terracotta e ha creato una melodia capace di suscitare profonde emozioni. Un valore aggiunto alla visita della chiesa di San Giovanni Battista, gioiello dell’architettura bizantina.
Chiesa di San Cristoforo
Nel centro storico troviamo anche la chiesa di San Crisoforo, costruita nel XVII secolo, durante la dominazione spagnola in Sardegna. Questa chiesa ha una storia particolare perchè per tantissimi anni è stata chiamata la “bottega del chirurgo”.
Questo curioso appellattivo deriva da una delibera consiliare dell’8 settembre 1935, come attestano Paolo Demuru e Vittorio Scalas nel libro “All’ombra del campanile – Assemini – Breve storia della Chiesa parrocchiale S.Pietro Apostolo attraverso l’Archivio Diocesano di Cagliari”. Secondo questa delibera la chiesa venne assegnata al chirurgo Gerolamo Coghe per usarla come ambulatorio. Al suo interno venivano praticate estrazioni dentarie e piccoli interventi chirurgici. L’interno è caratterizzato da un’unica navata rettangolare con copertura lignea. La facciata a capanna culmina con un campanile a vela con una sola luce, al di sotto una piccola finestra e il portale ligneo.
Chiesa del Carmine
La chiesa del Carmine è situata nell’omonima via, prende il nome dalla località del “Carmine”, frazione un tempo separata da Assemini da numerosi campi coltivati. I suoi abitanti, chiamati “Carmelitani”, erano contadini e pescatori che lavoravano nella laguna di Santa Gilla. In questa zone vivevano una sessantina di famiglie che, nei primi anni del Novecento, decisero di costruire una Chiesa, tutta in pietra, in onore della Beata Vergine.
Tutte le famiglie collaborarono alla sua costruzione, sia finanziariamente che con manodopera. All’interno è conservata una lapide commemorativa per ricordare tutte le persone che contribuirono alla sua costruzione e la data della sua consacrazione, avvenuta il 13 luglio 1912. La chiesetta è costituita da un’unica navata di forma rettangolare, con due cappellette laterali. Essendo una chiesetta molto piccola, nel 1958 si decise di costruire una chiesa più grande, poco più avanti, all’inizio di via Sardegna, per accogliere tutti i fedeli.
Monumenti Aperti: Stalle del Conte Angelo Ceconi
Nelle giornate dedicate a “Monumenti Aperti” si sono potute visitare le vecchie stalle del Conte situate nel centro storico, a pochi metri dalla chiesa di San Pietro. Attualmente le stalle sono affidate ad un’associazione culturale. All’interno sono ancora intatti i pavimenti in pietra e gli abbeveratoi in cui sono incastonati gli anelli in cui venivano legati gli animali. Nel cortile retrostante si possono notare i ruderi degli altri magazzini del Conte.
Il Conte Angelo Ceconi
Il Conte Angelo Ceconi era un ingegnere austro-friulano che arrivò a Cagliari nel 1902 per lavoro. Arrivò nell’isola insieme al padre Giacomo, uno dei più grandi costruttori di ferrovie e strade dell’Impero Austro-Ungarico, per alcune commesse per lavori di sistemazione del porto di Cagliari.
Il Conte, laureato in ingegneria idraulica, dopo il suo arrivo in Sardegna venne a sapere della vendita di un vasto appezzamento terriero vicino Cagliari, ad Assemini. Ne rimase talmente affascinato che decise di acquistarli e trasferirsi, nonostante la rendita di questi terreni fosse davvero scarsa. Si trattava infatti di pascoli e fondi acquitrinosi nella valle dei fiumi Mannu e Cixerri.
Perchè la figura del Conte è così importante per Assemini?
Assemini in quegli anni era caratterizzata da case in ladiri, mattoni crudi di fango misto a paglia, con i tetti di tegola, costruite intorno alla chiesa di San Pietro. Tutto intorno c’era solo campagna, i fiumi, la laguna e le montagne. Insieme ai terreni acquistò anche la casa padronale degli Orrù Paderi, in stile piemontese della fine del Settecento e altri terreni per un totale di 1200 ettari. Ristrutturò i vecchi fabbricati e ne costruì altri, bonificò i terreni acquitrinosi costruendo canali di scolo, ripulì quelli cespugliosi e ci costruì fabbricati, impiantando inoltre vigneti e mandorleti.
Importò macchine agricole all’avanguardia per l’epoca, insegnando ai braccianti a tagliare il foraggio, portò gli aratri Sack, le seminatrici, le mietileghe. A lui si devono le trivellazioni per la ricerca di acqua potabile che mise a disposizione di tutti gli asseminesi. Essi infatti si recavano nel suo cortile a prendere l’acqua da una pompa a mano, chiamata da tutti “sa funtana e su conti” (la fontana del conte), era uno dei pochi punti di approvigionamento di acqua potabile attinta da una falda molto profonda.
Il Conte realizzò una moderna azienda agricola apprezzata e conosciuta. Nel 1917 il giornalista e scrittore Pasquale Marica aggiunse nell’edizione italiana dell’Itinerario dell’isola di Sardegna pubblicato nell’Ottocento, altri dettagli su Assemini e su ciò che aveva realizzato il Conte Ceconi. Seguirono altri articoli sulle sue innovazioni e sui progressi dell’agricoltura e dell’allevamento nell’isola anche in altri periodici.
Il vecchio municipio
Di fronte alla chiesa di San Pietro troverai il vecchio Municipio, costruito alla fine del XVIII secolo in stile neoclassico. La facciata è caratterizzata da elementi stilistici di pregevole fattura, cornicioni, cornici e mensole dei balconi che lo impreziosiscono.
Nell’ingresso si può ammirare la bellissima statua in pietra dello scultore asseminese Antonino Ruggeri, omaggio a Papa Giovanni XXIII e Fra Nicola da Gesturi, personaggi molto amati che hanno in comune umili origini.
Il vecchio Municipio è stato ristrutturato e usato per allestire mostre temporanee. Nelle giornate dedicate a “Monumenti Aperti” il vecchio municipio ha ospitato la mostra personale di Anna Farci: “La mia arte nella luce della fede”.
L’artista con questa piccola mostra di arte sacra ha voluto rivelare la sua visione spirituale religiosa attraverso le sue iconografie che sottolineano le linee dell’arte bizantina sacra. L’iconografia infatti è un’arte diversa a quella a cui siamo abituati. Lo scopo dell’iconografia non è quello di evocare emozioni ma di contemplare l’immagine dell’oggetto della propria fede.
Monumenti Aperti: Parco di Villa Asquer
La Villa si articola su una superficie di 23 ettari, di cui 12 ettari di bosco, tra cui 2 ettari di bosco mediterraneo, 1 di bosco esotico e 7 ettari di pineta. Il tutto è affiancato da 8 ettari di giardini e aree verdi, in cui si possono ammirare 2100 palme provenienti da diverse parti del mondo.
Nel Parco sono presenti diverse fontane tra cui la “Fontana Piccola” e la fontana “Canne al Vento”. Quest’ultima è chiamata così perchè nel settore centrale è presente un piccolo canneto naturale. I vecchi vasconi di raccolta idrica sono stati recuperati e trasformati in fontane. Con questo progetto si è creata una via dell’acqua all’interno del parco.
In tutta l’area del Parco sono presenti bellissime sculture, alcune tipiche della tradizione isolana, altre moderne e alcune del periodo classico e della mitologia antica. Le prime opere che si possono ammirare all’inizio del percoso e che accompagnano il visitatore lungo tutto l’itinerario sono dello scultore villacidrese Efisio Pisano, uno tra i più importanti artisti sardi del nostro tempo.
Il nucleo più antico degli edifici risale al XVI secolo. Di questo periodo è la struttura a forma di “L”, di cui fanno parte due torrioni costruiti in pietra con la tecnica dell’opus mixtum. Gli altri edifici sono stati praticamente ricostruiti ex novo seguendo l’impianto originario.
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