Ingurtosu e Piscinas
Tra villaggi minerari abbandonati e spiagge da sogno
Oggi ti porto in escursione nella costa centro-occidentale della Sardegna, nella Costa Verde, tra Ingurtosu e Piscinas. Un villaggio minerario abbandonato e la bellissima spiaggia famosa per le sue dune, un connubio perfetto tra cultura, storia e la bellezza della costa verde sarda.
Ingurtosu è una frazione del comune di Arbus, fa parte del Parco Geominerario ed è stato uno dei più importanti centri minerari della Sardegna. I minatori con le loro famiglie, circa 6000 persone, vissero nel villaggio fino agli anni Sessanta, dopodichè lo abbandonarono in seguito alla chiusura delle miniere. La spiaggia di Piscinas, poco distante da Ingurtosu, è caratterizzata da altissime dune ed è chiamata anche “mini-Sahara” perchè è il deserto naturale più grande d’Europa.
Ingurtosu e Piscinas sono a mio avviso una testimonianza delle diverse realtà che si possono ammirare in Sardegna, un’isola dai mille volti che ti stupirà chilometro dopo chilometro.
Ingurtosu e Piscinas: come arrivare
Da Assemini possiamo raggiungere Ingurtosu in un’ora di viaggio in auto. Prendere la SS130 direzione Decimomannu e svoltare verso la SS196 direzione Villacidro. Continuare poi lungo la SP4 in direzione Arbus. Per arrivare a Ingurtosu proseguire lungo la SS126 e la SP66. Da Ingurtosu per arrivare a Piscinas ci vogliono altri 20 minuti di viaggio proseguendo lungo la SP4.
Storia di Ingurtosu
Ingurtosu dista 10 chilometri da Arbus e si trova nella Valle de Is Animas, un nome particolare che racconta una storia. Nella prima metà dell’Ottocento un prete di Guspini si recava spesso a Ingurtosu per scavare (illegalmente), estrarre e fondere la galena. Il prete per nascondere le vere ragioni per cui si recava a Ingurtosu diceva ai suoi fedeli che andava lì per raccomandare le anime dei defunti (da qui il nome de is animas). Il prete venne scoperto e denunciato. Solo nel 1850 due commercianti liguri ottennero il permesso per estrarre minerali.
Alcuni imprenditori francesi acquistarono le miniere nel 1857 e costituirono la società civile di Gennemari e Ingurtosu. Nel 1870 fu costruito il palazzo della direzione, chiamato da tutti “castello” perchè costruito in stile neomedievale con una bellissima balconata chiusa a vetri.
Nel 1899 la società inglese Pertusola Limited con a capo Lord Thomas Alnutt Brassey prese possesso delle miniere. La società investì una grossa somma di denaro per l’epoca, 400 mila lire, per costruire una moderna laveria meccanica nella località di Naracauli. La società inglese fece numerosi lavori tra cui la costruzione del pozzo Lambert, una linea ferroviaria a scartamento ridotto per trasportare i minerali e imbarcarli a Piscinas e delle teleferiche per collegare Gennemari a Naracauli.
I lavori continuarono con la costruzione di una nuova laveria e del Pozzo 92. Nel villaggio operaio invece si costruì nel 1914-16 la chiesa di Santa Barbara, patrona dei minatori.
Nel villaggio erano presenti scuole, l’ufficio delle poste, lo spaccio, l’ambulatorio medico e venne introdotta l’energia elettrica nelle case dei minatori. Le cose cambiarono dopo la Seconda Guerra Mondiale, inizialmente con l’impoverimento del filone Brassey poi con varie contestazioni operaie e con il successivo abbandono della società inglese. Nel 1864 le miniere di Ingurtosu passarono al gruppo Monteponi-Montevecchio e i minatori furono spostati in altre miniere. Si concluse così definitivamente la storia mineraria di Ingurtosu.
Da Ingurtosu a Piscinas: la mia esperienza
Ingurtosu
Arrivati a Ingurtosu abbiamo passeggiato nel villaggio, tra vecchie pavimentazioni, ruderi, vecchie case e muri in làdiri. Siamo arrivati fino al “Castello della Direzione”, che domina sulla valle, ristrutturato nel 2000 dal comune di Arbus con la supervisione della Sopritendenza ai Monumenti di Cagliari. È una struttura molto affascinante perchè richiama la tradizione costruttiva nord-europea. L’edificio è stato costruito per accogliere gli uffici tecnici ed amministrativi delle miniere, lo studio del direttore e gli appartamenti della sua famiglia. Nella parte retrostante è ancora visibile l’antica caldaia, dove la natura pian piano si riprende il suo spazio.
Da Ingurtosu ci spostiamo lungo la valle de Is Animas per scendere fino alla spiaggia di Piscinas. Nel tragitto sono visibili i resti dei vari pozzi di estrazione, noi ci siamo fermati prima al Pozzo Gal (gestito dal centro di educazione ambientale di Ingurtosu, visitabile su prenotazione). Proseguendo siamo arrivati a Naracauli, conosciuta anche come laveria Brassey. I resti delle strutture minerarie sono imponenti e suggestivi, qui si trattavano i materiali blendosi (da cui si estrae zinco, cadmio, gallio e indio). Questa struttura di archeologia industriale nonostante sia in totale abbandono conserva il fascino di ciò che è stato, una testimonianza del duro lavoro nelle miniere.
Piscinas
Abbiamo proseguito poi per la spiaggia di Piscinas dove sono ancora visibili alcuni resti delle rotaie e dei vagoni usati per trasportare i minerali. La spiaggia è un vero paradiso, per arrivarci abbiamo percorso un sentiero sterrato tra la macchia mediterranea. Qui vedrai le dune più alte d’Europa, un vero spettacolo, infatti sono state nominate Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco.
Tra le dune crescono ginepri secolari, lentischi e olivastri e se sei fortunato potrai avvistare il cervo sardo che vive in questa zona. In questa bellissima spiaggia depone le uova anche la tartaruga caretta caretta. Non è una spiaggia adatta ai bambini perchè il fondale è quasi subito profondo ma si presta perfettamente per windsurf, kite e surf da tavola.
Rientro a Ingurtosu
Al rientro siamo tornati a Ingurtosu per vedere la chiesa di Santa Barbara, scelta azzeccata perchè da qui abbiamo potuto ammirare un tramonto pazzesco. Dietro la chiesa c’è un sentiero in salita, molto suggestivo, in mezzo alla macchia mediterranea, dove nel 1956 sono state realizzate le tappe della via Crucis.
Cammino minerario di Santa Barbara
Ingurtosu e la spiaggia di Piscinas sono le tappe 5 (Da Portixeddu a Piscinas) e 6 (Da Piscinas a Montevecchio) del bellissimo Cammino di Santa Barbara (500km in 30 tappe nel sud-ovest della Sardegna). Mi capita spesso nelle mie escursioni di vedere i cippi del Cammino e per me è diventata tradizione fotografarli. Chissà magari un giorno lo percorrerò.
Ingurtosu e Piscinas
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