Da Assemini a Uta: Chiesa di S. Maria
Sabato 19 giugno 2021 ho visitato la chiesa di Santa Maria di Uta in occasione della Festa del Circondario, organizzata dal FAI in collaborazione con l’Associazione Turistica Pro-Loco Assemini. In programma tante visite guidate alle saline Conti-Vecchi e al villaggio operaio, esposizione e degustazione di prodotti tipici del territorio tra cui la buonissima panada asseminese, visita alle chiese del centro storico di Assemini, al Centro Pilota per la ceramica, alle botteghe di alcuni bravissimi ceramisti e artigiani, e in altri siti d’interesse a Uta, Elmas e Capoterra.
Io ho scelto di visitare la chiesa di Santa Maria di Uta, è a pochi chilometri da Assemini ma non avevo avuto ancora modo di vederla, era nella mia lista dei siti da visitare da parecchio e ho colto l’occasione. Michela ci ha accompagnato alla scoperta di questa incredibile chiesa, guida preparata, appassionata del suo lavoro e disponibile a rispondere alle numerose domande del mio bambino. Questa bellissima chiesa, situata fuori dall’abitato di Uta, è uno dei più importanti esempi di architettura romanica della Sardegna meridionale.
Non si hanno fonti precise per sapere esattamente quando è stata edificata, il primo documento in cui viene citata risale al 1363, quando il sovrano catalano-aragonese Pietro IV la concede ai Cavalieri di San Giorgio de Alfama. Possiamo comunque affermare che risale alla seconda metà del XII secolo in base allo studio delle forme architettoniche.
Sappiamo inoltre che la sua costruzione fu opera dei monaci benedettini di San Vittore di Marsiglia e che, insieme alla chiesa, costruirono anche il monastero, di cui però rimane solo il pozzo, probabilmente posto al centro del chiostro. Secondo una leggenda, l’acqua di questo pozzo avrebbe virtù miracolose, si dice fece guarire il custode della chiesa, gravemente ammalato, in seguito ad una visione in cui un cavaliere oscuro gli disse di lavarsi e di pregare, il custode così fece e guarì miracolosamente. Da allora la chiesa di Uta è diventata meta di pellegrinaggio, soprattutto in occasione della festa in cui si celebra la Natività della Beata Vergine Maria, l’8 settembre.
La chiesa è costruita in pietra calcarea che proviene probabilmente dalla cava di Teulada. In origine era costituita da due navate, poi viene ampliata e diventa a tre navate divisa da arcate a tutto sesto, con copertura lignea di cui, quella della navata principale, è ancora l’originale. Possiamo notare traccia di questo ampliamento anche nella facciata, se contiamo infatti il numero degli archetti vediamo che sulla sinistra sono quattro, mentre sulla destra cinque, più larga quindi rispetto all’altra. Le navate sono divise da bellissimi capitelli fitomorfi dello stesso periodo dell’edificazione, tranne il terzo a sinistra che è di epoca romana, come quello riusato all’ingresso come acquasantiera.
Il presbiterio è sopraelevato rispetto alle tre navate e, in fondo, sulla sinistra, è ancora presente un piccolo pezzo di pavimentazione originale. Sotto l’altare sono presenti due leoni, ormai poco visibili perchè consumati dagli agenti atmosferici, poichè collocati in origine ai lati della facciata. La chiesa termina con un’abside semicircolare rivolta ad est, caratteristica tipica del periodo medioevale.
La facciata è caratterizzata da due ordini: nel primo in basso possiamo notare il bellissimo portale con architrave e arco di scarico a tutto sesto, impreziosito da una cornice scolpita con splendidi intrecci arabeggianti che terminano su due peducci con leoni. I peducci sono presenti anche negli archetti pensili a tripla ghiera che decorano il resto della facciata, caratterizzati da decorazioni protomi antropomorfe e zoomorfe. Nel secondo ordine, in alto, troviamo sette archetti e il frontone con bifora. La facciata culmina con un campanile a vela, di epoca successiva, in stile gotico.
Gli archetti presenti nella facciata ornano anche gli altri lati della chiesa ma a doppia ghiera anzichè tripla, caratterizzati da duecento mensole con diverse decorazioni: animali, teste umane, forme geometriche, foglie, rosette, nodi. Sui lati è presente una porta ciascuno, nel lato destro è chiamata “Porta Santa” perchè aperta solo negli anni del Giubileo, funzione indicata da una croce greca scolpita sulla sinistra dell’ingresso, mentre la porta del lato sinistro conduceva al chiostro. Sul muro esterno dell’abside sono scolpite due diverse croci, una puntata e una patriarcale, collegate secondo alcuni all’ordine di Malta o a quello Templare. Nei due lati possiamo notare delle differenze di conservazione della muratura, dovuti alla diversa esposizione delle intemperie, il lato sinistro infatti risulta più danneggiato rispetto a quello destro, più protetto e ben conservato.
Questa chiesa ha delle caratteristiche architettoniche davvero splendide e merita sicuramente una visita, se guidata anche meglio perchè c’è tanto da raccontare e da sapere su questo gioiello dall’arte romanica. A me ha ricordato le lezioni di storia dell’arte medievale del primo anno di Università, indimenticabili!
2 commenti
Stremamma
Dai! Ho sentito parlare da bambina di questa chiesa ma non ho ancora avuto il piacere di visitarla. Certo che la ” nostra” Sardegna è piena di chicche!
Susanna
Si, non finisce mai di stupirmi 🙂