Cavallucci sui tetti
La tradizione dei cavallucci sui tetti ad Assemini
Poco più di dieci anni fa mi sono trasferita ad Assemini, c’ero stata poche volte e non la conoscevo bene. Nel tempo libero dunque ne approfittavo e, tra una passeggiata e l’altra alla scoperta della mia nuova città, ho notato che sui tetti di alcune case erano presenti dei cavallucci che non avevo mai notato da nessun’altra parte.
Mi hanno subito incuriosita e affascinata, ma non avevo idea di cosa fossero o cosa rappresentassero. Successivamente mi è stato riferito che questi oggetti venivano messi sui tetti delle case con una funzione apotropaica, per allontanare il male, quindi per proteggere la famiglia dal malocchio e da tutti gli influssi negativi.
Cosa sono?
Si tratta di cavalli in ceramica, chiamati Cavallucci, inizialmente avevano in groppa solo il cavaliere, poi sono stati inseriti anche la dama e il bambino. Fino al 1970 erano realizzati in semplice terracotta o verniciati con la galena, minerale che veniva estratto nell’iglesiente. La galena lo faceva diventare verde e lo proteggeva dalle intemperie. Oggigiorno vengono usati smalti e cristallini privi di piombo, che erano presenti invece nella galena e che causava problemi di salute a chi la usava.
Venivano posti sui tetti, raramente da soli, in genere erano più di due, in numero dispari, posti in fila alla stessa distanza l’uno dall’altro per rappresentare una carovana o una sorta di corsa a cavallo.
Origine dei Cavallucci
Hanno origini antiche, la tradizione orale li rimanda alla metà dell’Ottocento ma probabilmente erano presenti già prima. Ho fatto delle ricerche e ho consultato alcuni libri tra cui la tesi di Laurea di una mia concittadina, Maria Cristina Nioi, “Le ceramiche di Assemini. Le tradizioni e il lavoro”, edizioni Grafica del Parteolla, un lavoro approfondito e davvero molto interessante.
Ho scoperto che ci sono diverse teorie sull’origine e sull’uso di questi cavallucci. Secondo alcuni sarebbero nati ad Assemini, città di antica tradizione della ceramica, secondo altri sarebbero riconducibili alla dominazione spagnola sull’isola. Solo successivamente si sarebbero diffusi nei villaggi e nei centri che già avevano una tradizione ceramica come Oristano, Assemini e Pabillonis.
In molti casi la posizione del cavaliere ricorda quella de “Su Componidori” della Sartiglia oristanese, rappresentazione di un antico torneo equestre, o potrebbe essere riferibile alle pariglie, corse di cavalli in cui i cavalieri si esibiscono in evoluzioni acrobatiche, un tempo numerose anche ad Assemini, organizzate durante diverse feste annuali.
Significato e funzione dei Cavallucci
L’idea che possano avere una funzione apotropaica è la più diffusa ma ci sono altre teorie sul loro significato. Secondo la testimonianza di alcune persone la prima casa ad Assemini ad aver avuto i cavallucci sul tetto fu quella di un ceramista. Si dice che ne avesse posizionati una decina per mostrare la sua bravura e per indicare che lì si producevano ceramiche e stoviglie.
Per altri invece il suo significato è da ricondurre all’importanza del cavallo nella società di un tempo. Questo animale infatti era indispensabile per tante attività, sia nei campi che a caccia e chi lo possedeva era benestante. Il Cavalluccio era un oggetto che non era indispensabile nella vita quotidiana, aveva piuttosto una funzione estetica, oltre che protettiva. Se consideriamo che la sua preparazione era lunga e costosa possiamo ben immaginare che il possesso di quest’oggetto non era alla portata di tutti ma solo dei più benestanti.
Uno dei cavallucci che si ricordano più spesso qui ad Assemini è quello che un tempo era presente sul tetto della villa del Conte Angelo Ceconi, recuperato da un operaio durante dei lavori. Oggigiorno non si trovano solo nel centro storico ma anche nel resto della città. Chi viene a conoscenza di questa tradizione ne resta talmente affascinato da voler mettere uno o più cavallucci sul proprio tetto.
Se vieni ad Assemini fai una passeggiata e alza lo sguardo per cercare i cavallucci sui tetti 😉
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Cavallucci esposti all’Ex Centro Pilota per la ceramica di Assemini.
4 commenti
Priscilla
Davvero affascinanti questi cavallucci! E sì, li vorrei mettere anche io sulla mia casa anche se non abito qui
Francesco cau
Si da ragazzino mi ricordo di una casa in via principe di Piemonte.
Non né ricordo altre
Ma ero sempre affascinato da questi cavallini.
Molte volte presi di mira da ragazzi con la fionda meno male che non le colpivano mai.
Grazie di avermi ricordato questo scenario asseminese
Giancarlo piano
sa domu de tzia Rosicca sa mamma de tzia Lindredda a fiancu de domu de nosusu
Susanna
Grazie a lei, Francesco, per aver condiviso i suoi ricordi con noi 🙂