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Santa Rita: da Cascia ad Assemini

“Da Cascia ad Assemini: in cammino con Santa Rita” è una manifestazione nata nel 2017, dal gemellaggio tra Cascia e Assemini, in seguito agli eventi sismici del 2016-2017 nel centro Italia. È stata organizzata dalla Protezione Civile, dal Comune di Assemini, dalla Parrocchia di San Pietro e dagli Istentales, gruppo etno-pop agropastorale molto amato in Sardegna.

 

“Sa Paradura”

Il gemellaggio è nato nel 2017 grazie all’iniziativa organizzata degli Istentales: “Sa Paradura, mille pecore per Cascia”, in seguito al terremoto in cui tanti pastori hanno perso il proprio bestiame. I pastori sardi hanno contribuito all’iniziativa donando mille agnelli per permettere ai pastori di Cascia di riprendere il proprio lavoro.

 

 

“Sa Paradura” significa letteralmente “mettere a disposizione”, ed è una nobile iniziativa antichissima diffusa nell’ambiente agro-pastorale sardo. Questa splendida iniziativa è un simbolo di aiuto reciproco, di unione nei momenti di difficoltà, di fratellanza e spontaneità. “Sa Paradura” prevede che i pastori sardi donino agnelli e pecore ad altri pastori colpiti da eventi che hanno danneggiato il proprio gregge.

 

 

Nel 2018 i pastori di Cascia hanno ricambiato l’aiuto ricevuto. In seguito a delle difficoltà subìte dai pastori sardi nel corso dell’anno, hanno donato alcuni agnelli nati dalle pecore sarde ai pastori della Maddalena e di Nuoro. In quest’occasione le autorità religiose e civili di Cascia hanno donato la statua di Santa Rita al Presidente di Prociv Italia, Emilio Garau, per l’aiuto donato durante il terremoto. La sede nazionale di Prociv Italia si trova ad Assemini ed è da qui che è nato il gemellaggio tra le due comunità.

 

 

Festeggiamenti in onore di Santa Rita

Il gemellaggio si è poi ampliato, trasformando questo legame di amicizia in quattro giorni di festeggiamenti in onore di Santa Rita da Cascia, la Santa delle cause impossibili. Il 24 Marzo 2019 la sua reliquia è partita da Cascia per giungere ad Assemini. Qui si sono svolti una serie di riti religiosi, accompagnati da festeggiamenti serali, con canti e balli sardi nell’Anfiteatro asseminese. Questa manifestazione è stata molto sentita, non solo ad Assemini, ma ha attirato tantissimi fedeli provenienti da diverse parti della Sardegna.

 

 

Sono state celebrate diverse messe in onore di Santa Rita, una processione e preghiere del Rosario davanti alla sua reliquia. Nel programma della manifestazione anche l’intrattenimento musicale di Elvio Usala: “Campanasa de terra strexiu”. Bellissima e suggestiva esibizione in cui Elvio ha suonato le sue campane in terracotta in modo magistrale. Per l’occasione la statua della Santa è stata posta nella Chiesa di San Pietro insieme alla sua reliquia, per permettere ai fedeli di pregare e venerarla.

 

 

Il percorso della Processione in onore di Santa Rita è partita da via Sardegna, nell’intersezione con C.so America, ha continuato poi in via Cagliari, via Verdi, via Sassari, C.so Africa, via Cipro, via Piero della Francesca, via Michelangelo, via Raffaello, via Bramante, via Cipro, C.so Africa, via Cagliari, via Trieste e infine Piazza San Pietro.

 

 

Il 27 marzo si sono conclusi i festeggiamenti in onore della Santa. La sua Reliquia è stata presa in consegna dai volontari della Prociv Italia e, salutata dal suono delle campane per mano di Elvio Usala, riportata a Cascia.

 

 

Santa Rita: la Santa dei casi impossibili

Il vero nome di Santa Rita era Margherita Lotti, nata presumibilmente nel 1381 a Roccaporena, frazione di Cascia, da una famiglia benestante. Studiò dagli Agostiniani e si sposò poi con Paolo di Ferdinando di Mancino, da cui ebbe due figli maschi. Intorno al 1406 il marito viene assassinato. Rita conosce il nome degli assassini ma sceglie di non rivelarli e di perdonarli. Non vuole suscitare la voglia di vendetta dei figli e della famiglia di lui ma questa scelta le scaturisce il risentimento della famiglia del marito.

 

 

La sua preoccupazione è sempre rivolta ai due figli perchè teme che possano farsi contagiare dall’odio che la vicenda ha creato. I due figli però muoiono poco dopo, probabilmente di peste. Rita, rimasta sola, si avvicina sempre più a Dio e alla preghiera. È in questo periodo che, all’età di 36 anni, decide di diventare monaca nel Monastero di Santa Maria Maddalena, dove vive per i quarant’anni successivi.

 

 

Nel 1432 mentre prega il signore di renderla partecipe alle sue sofferenze, una spina si stacca dal Crocifisso e le si conficca sulla fronte. Dopo questo evento si reca in pellegrinaggio a Roma, la piaga sulla fronte si rimargina ma si riapre appena rientrata a Cascia. Dopo la sua morte, avvenuta nel maggio 1457, viene venerata come protettrice dalla peste, perchè in vita si era dedicata alla cura degli appestati senza mai contrarre la malattia. Per questo motivo viene ricordata come la Santa dei casi impossibili.

 

 

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