Antonino Ruggeri
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Antonino Ruggeri, scultore asseminese

Oggi ho avuto il piacere di conoscere Antonino Ruggeri,  scultore asseminese e un’artista a tutto tondo con la passione per l’arte in ogni sua forma. Ieri ho letto che avrebbe esposto 30 sculturine circa lungo via Sardegna e stamattina mi sono fiondata lì per vederle.

 

Nato nel 1946, lo scultore asseminese ha iniziato a scolpire da autodidatta nel 1989. Un uomo gentile, colto e ironico che mi ha raccontato un po di sè e della sua arte, di come è nata e di come si è sviluppata nel tempo. Lavora con molti materiali diversi come pietra, legno, ceramica e cemento. Le sue opere sono diffuse in tutto il territorio sardo, in Italia e in Europa.

 

Mi ha colpito il modo in cui riesce a portare l’arte vicino alle persone: oggi esponendo alcune opere lungo una ringhiera di una delle vie principali di Assemini, qualche anno fa invece ebbe la geniale idea di esporre alcune delle sue opere e dei suoi colleghi asseminesi nelle vetrine dei negozi, affinché tutti, anche i più distratti, potessero notarle. Idea che ha riproposto anche quest’anno.

 

Ha iniziato a scolpire quando aveva circa 45 anni, vide un masso di trachite nel cortile di un amico ed ebbe l’impulso irrefrenabile di metterci mano e di scolpirla. Da allora non si è più fermato e ha assecondato la sua creatività ogni volta che un materiale lo ha ispirato, forgiandolo con le sue mani e trasmettendo, a chi guarda l’opera compiuta, sensazioni ed emozioni diverse.

 

 

Opere

Antonino Ruggeri è un’amante della poesia sarda, ne ha scolpite diverse, scegliendole tra le più belle scritte dai poeti del panorama letterale sardo. Puoi trovare molte di queste sculture passeggiando per Assemini, ne sono un esempio opere come “Stiddiu de sanguini“, realizzata con trachite di Serrenti e situata in piazza Repubblica in cui ha inciso la poesia di Vincenzo Pisanu o il “Trittico Monumentale“, opera in trachite di Fordongianus in cui sono scolpite tre poesie di A. C. Serra, S. Mossa e V. Pisanu.

 

 

Antonino Ruggeri

Altra opera molto bella e significativa è sicuramente l’omaggio a Papa Giovanni XXIII e Frà Nicola da Gesturi con incisa la poesia di V. Pisanu, “Bundadi“, situata accanto all’ingresso del vecchio Municipio, oggi adibito a museo. Un altro esempio della sua arte lo troviamo in piazza Santa Lucia in cui è presente la statua della Madonna con incisa una bellissima poesia di Paola Alcioni.

 

 

Antonino RuggeriHa scolpito numerosi busti di personaggi noti, tra cui, uno dei miei preferiti è sicuramente quello di Benjamin Piercy, realizzato in Ulivo e situato al Museo Ferroviario di Cagliari. In diverse chiese sarde e italiane sono presenti alcuni dei suoi Cristi scolpiti in pietra o legno. Le sue opere sono state esposte sia in Italia che in Europa.

 

Ha partecipato a diverse mostre collettive e personali e, nell’ultimo periodo, sta collaborando con associazioni di non vedenti e ipovedenti, allestendo mostre tattili personali. E’ un tema che lo tocca da vicino, avendo un ridottissimo campo visivo residuo ma questo non gli impedisce di portare avanti la sua più grande passione, la scultura. 

 

 

Antonino Ruggeri: opere recenti

antonino ruggeriTra le sue ultime opere abbiamo “Variegata umanità“, un tronco di leccio alto più di due metri che ha scolpito per l’Associazione Sant’Andrea di Assemini. Antonino Ruggeri non ha scelto questo tronco a caso, ha deciso di scolpirlo perchè era stato estirpato proprio davanti la chiesetta di Sant’Andrea e ha voluto rendergli omaggio trasformandolo in un’opera d’arte. In quest’opera vediamo scolpiti tanti volti di uomini e donne, che conferiscono un senso di phatos a tutta l’opera.

 

 

La Madonna della Panada

Madonna della PanadaUn’altra opera molto significativa è la “Madonna della Panada” realizzata da Antonino e donata alla Parrocchia di San Pietro ad Assemini. La Madonna tiene con il braccio sinistro il Bambin Gesù e con la mano destra la Panada. La Panada, si sa, è un piatto tipico sardo presente nella tradizione di Assemini, Cuglieri e Oschiri. Ma c’è un altro luogo fuori dalla Sardegna in cui è presente questo piatto, l’aspetto è molto simile ma differisce per l’uso di determinati ingredienti. La pasta è dolce anzichè salata e tra gli ingredienti ci sono spezie come la paprika. Questo piatto viene cucinato a Maiorca e ciò che lo accomuna alla nostra Panada è sicuramente lo spirito di convivialità e di festa con cui viene cucinato.

 

 

Non si hanno notizie certe sull’origine della Panada ma tra le ipotesi c’è quella che la vede presente già nell’epoca nuragica. Tra i bronzetti nuragici ritrovati infatti ce ne sono alcuni che tengono nella mano destra una forma circolare che richiama proprio la Panada. L’antropologa Veronica Matta ha fatto uno studio approfondito su questo piatto della tradizione sarda e le sue ricerche l’hanno portata nell’isola di Maiorca. In quest’isola spagnola dal 1980 è presente il culto della Madonna della Panada, riconosciuto da Papa Giovanni Paolo II nel 1991.

 

 

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2 commenti

  • Patrizia

    Wow che bello questo blog. Descrive in modo accurato ogni luogo, opera e persona. Mi trasmette la cura e l’amore con la quale è stato scritto. E mi porta al desiderio di andare a visitare questi luoghi.

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